ex percorsi -UTILI- - Miniera Montevecchio - Centro Visite

Activity and Pleasure
MINIERA MONTEVECCHIO
Piazza Rolandi, Guspini, Sardinia, Italy
(+39) 070973173 - 3384592082 - 3891643692
info@minieradimontevecchio.it
Vai ai contenuti
PERCORSO DIREZIONE

Progettato ed edificato per volontà di Giovanni Antonio Sanna tra il 1870 e il 1877.
Al suo interno è possibile rivivere i fasti della borghesia ottocentesca e poco sopra, nel sottotetto, le più modeste condizioni di vita della servitù. Imperdibile la visita alla sala blu che è sempre stato il pezzo forte del palazzo, come sala dei ricevimenti prima e come sala riunioni e di rappresentanza poi.
PERCORSO SANT'ANTONIO

Le aree visitabili in superficie intorno al pozzo comprendono gli alloggi degli operai, l'ex deposito minerali e le stalle.
La visita offre la possibilità di confrontarsi con le semplici condizioni di vita dei lavoratori della miniera. Nell'adiacente ex deposito minerali una descrizione del lavoro estrattivo, dalla roccia, sino al metallo pronto a essere forgiato
PERCORSO OFFICINE

Si snoda lungo le strutture che supportavano le attività estrattive nella manutenzione dei macchinari.
Officine, Fonderia, Falegnameria all'interno dei quali, gli operai, erano in grado di aggiustare e ricostruire qualsiasi pezzo fosse necessario per l'attività della miniera.
PERCORSO PICCALINNA

Si snoda nell'area esterna al pozzo di San Giovanni, nella struttura dello stesso e all'interno delle sale argano e compressori. La macchina di estrazione che vi è conservata, con i suoi 120 cavalli vapore che permettono l'estrazione di 20 metri cubi di materiale all'ora, rappresenta un esempio unico al mondo per l'archeologia mineraria.
PERCORSO ANGLOSARDA

Un salto temporale nell’ardito passato di chi la scavò e la armò, mettendo a rischio la propria vita. Un’autentica esperienza, per 45 minuti, nel sottosuolo della Miniera di Montevecchio. Attrezzati di lampade a led e caschetti, durante la visita si potranno osservare i vari tipi di armature impiegate per garantire la sicurezza della volta, le diramazioni ed i fornelli di areazione, i binari con vagoncini e motopala, i vari tipi di perforatrici e i plastici delle “volate” con cui venivano disposte le mine sul fronte di avanzamento, ecc.

EXTRA

ESPERIENZE & TOUR IN FUORISTRADA
a bordo di nuovissimi Land Rover Defender dotati di aria condizionata, ti faremo provare l'ebrezza di un breve percorso in fuoristrada oppure ti faremo raggiungere le celebri Dune di Piscinas attraverso un percorso unico e mozzafiato
PERCORSO LEVANTE

Immersi in una natura selvaggia e rigogliosa, di conifere e macchia mediterranea, come in una valle incantata nel tempo, troverete i “Cantieri di Levante” di Miniera Montevecchio.
Grazie alla vastità del più grande sito minerario della Sardegna, piuttosto che una “brutta copia” delle consuete Visite Guidate adattate all’attuale situazione emergenziale, abbiamo potuto ideare un nuovo itinerario, che garantisca a tutti una innovativa esperienza di visita. Camminerete dentro la vasta area mineraria confinata, spostandovi tra i tantissimi fabbricati, a cui accederete per ammirare le macchine e le vaste collezioni che compongono le musealizzazioni e di cui le Guide Turistiche vi avranno appena narrato in esterno. Il Percorso “Levante” è quindi progettato sia per integrare nuovi contenuti rispetto a quelli consueti, sia per farlo nella massima sicurezza in termini di protezione dei visitatori dal contagio del virus SARS-CoV2.
Dalle umili abitazioni degli operai, al lussuoso palazzo della direzione sarà possibile effettuare un emozionante tour alla scoperta della Miniera Montevecchio. Miniere uniche, ricche di storia, immerse in un meraviglioso contesto naturalistico e a pochi km dalle bellissime spiagge della costa verde. Scoprirete un mondo antico ed affascinante rievocato in queste splendide miniere, inserite tra gli otto siti che fanno parte del Parco Geominerario della Sardegna. Sarà  possibile visitare, attraverso suggestivi tour, i numerosi siti che testimoniano l'attività estrattiva svolta dal 1848 fino al 1991. Saranno resi disponibili, inoltre vari tour naturalistici e storici alla scoperta del territorio circostante con partenza dalle miniere.

Il percorso “Palazzina della Direzione” si articola all'interno dell’omonimo edificio. Adibito inizialmente ad ospitare gli uffici direzionali della società mineraria e l'abitazione della famiglia Sanna, fu destinato in seguito interamente all'attività amministrativa. Al suo interno è possibile rivivere, grazie a un attento lavoro di ricostruzione degli ambienti originari, i fasti della borghesia ottocentesca e, nei locali del sottotetto, le modeste condizioni di vita della servitù. Imperdibile la visita alla Sala Blu, il cui nome si deve alle decorazioni che ricoprono completamente le pareti e la volta, che è sempre stata il fiore all'occhiello del palazzo, come sala dei ricevimenti prima e come sala riunioni e di rappresentanza poi.
STORIA
Progettato ed edificato per volontà di Giovanni Antonio Sanna tra il 1870 e il 1877. Il palazzo della direzione sorge nell’abitato di Gennas, nello spiazzo denominato "spianamento" per i lavori di preparazione alla costruzione che hanno letteralmente spianato il colle originario. La Palazzina della Direzione era il cuore pulsante degli stabilimenti minerari di Montevecchio e secondo l'idea originaria di G.A. Sanna avrebbe dovuto ospitare gli uffici amministrativi, la propria abitazione e una piccola chiesa.
In realtà il Sanna, la cui morte risale al 1875 (due anni prima del completamento dell'opera), non vi abiterà mai.
Inizialmente la palazzina ospitava gli uffici al pianterreno, l'archivio al primo piano, l'abitazione del direttore al secondo, e, nel sottotetto, le abitazioni della servitù.
Negli anni, la Palazzina, perse la funzione abitativa e venne quasi interamente destinata ad ospitare gli uffici. Durante questa operazione di ridestinazione d'uso molte delle pitture murali sono state coperte dall’imbiancatura a calce, e riportate alla luce grazie agli ultimi interventi di recupero.
ARCHITETTURA
Costruito su una pianta rettangolare, l'edificio, di forme classicheggianti e neorinascimentali, si sviluppa su tre piani intorno a un ampio chiostro centrale, sul quale si affaccia, lungo tre lati, un porticato dalle volte a crociera decorate con motivi a grottesca. Alle spalle dell'ingresso principale si trova la piccola chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori.
Uno scrupoloso lavoro di restauro ha permesso di riportare alla luce i fasti nei quali la famiglia Sanna ha vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Una commistione di stili, dall'Impero al Luigi Filippo, attraverso Liberty e Revival, rispecchia il gusto che, nel tardo Ottocento, caratterizzava l'epoca dell'industrializzazione e la sua nuova classe emergente: una borghesia che mostrava una spiccata volontà di ritorno al passato e, allo stesso tempo, guardava con attenzione al rinnovamento e all'innovazione tecnologica.
È infatti l'epoca del ritorno al classico, ma anche dell'ingresso in scena del nuovo design, a metà strada tra arte e industria.
LA SALA BLU
È la vera protagonista del palazzo: destinata agli incontri ufficiali e ai ricevimenti, deve il suo nome alle decorazioni che ne ricoprono completamente le pareti e la volta.
Vi si trova uno dei numerosi camini dell’appartamento, attorno al quale si sviluppa un ricco salotto di poltrone, divani e specchi dorati che insieme a un maestoso pianoforte a coda decora l’ampia sala, un tempo teatro di feste e serate musicali.
Contrariamente a quanto avvenuto nel resto dell'edificio, trasformato totalmente in sede amministrativa della miniera, la sala è stata mantenuta integra nella sua maestosità come locale dirigenziale e di rappresentanza.
GLI ALLOGGI DELLA SERVITÚ
È sufficiente una rampa di scale per far svanire i fasti borghesi e lasciare spazio, nel sottotetto, ad ambienti più modesti.
Un’ampia cucina, caratterizzata dai numerosi tegami e utensili in rame appesi alle pareti, la piccola stanza da pranzo e le camerette, corredate di arredi semplici e funzionali: erano gli spazi nei quali si muoveva la servitù, che nella Direzione lavorava e dimorava.
Nonostante l'evidente divario tra i due piani, le condizioni di vita della servitù, per quanto modeste, appaiono nettamente migliori rispetto a quelle offerte agli operai della miniera.
GLI OGGETTI SI FANNO STORIA
Frutto della donazione dell’Ing. Giovanni Antonio Castoldi (Pronipote dell’Ing. Alberto Castoldi), nato in Cile, residente a Madrid e funzionario dell'Ente spaziale europeo, la collezione è in realtà una raccolta di oggetti non omogenei appartenuti all' Ing. Alberto Castoldi e si compone di strumenti di lavoro, oggetti da viaggio, fotografie, quadri e disegni.
Nel loro complesso però rappresentano una testimonianza importante per la storia di Montevecchio in quanto la gran parte degli strumenti di lavoro sono stati utilizzati dallo stesso Castoldi nel periodo degli studi in Germania prima di diventare direttore della Miniera nel 1877, altri (come le tessere del deputato Castoldi) testimoniano il suo impegno politico, altri ancora sono gli oggetti di uso quotidiano (dai set da viaggio agli album fotografici) che rimandano alla quotidianità della vita del Direttore della miniera (i suoi viaggi, le relazioni sociali). La mostra è inserita all'interno del percorso di visita del palazzo della Direzione.

Planned and built between 1870 and 1877 in the village of Gennas by will of G. Antonio Sanna.
A scrupulous restoration work brought to light the style of magnificence the Sanna used to live in at the turn of the 20th century. The blue hall is the real protagonist of the building: it was used for formal visits and receptions.
HISTORY
The Management Building was planned and built by will of Giovanni Antonio Sanna between 1870 and 1877, in the village of Gennas, in the big clearing called “spianamento”, that is “levelling”, because the area, originally hilly, was actually levelled so as to erect the building.
It was the vibrant heart of the mining plants in Montevecchio and, according to G.A. Sanna's original idea, it should have housed the administrative offices, his own residence and a small church.
Actually, Sanna never lived there, as he died in 1875, two years before it was completed.
Initially, the building housed the management offices on the ground floor, the archives on the first one, the manager's apartment on the second one, and, in the attic, the servants' quarters.
Over the years, the Building has ceased to serve its housing purpose and has almost entirely been used as offices. While such change has occurred, many of the paintings on the walls have been covered by whitewashing, and, during recent restoration works, they have been brought to light again.
ARCHITECTURE
The Classic and Neo-Rennaissance building, on three floors, has a rectangular plan and is built around a wide central courtyard. Here, along three of its sides, there is an arcade with cross vaults decorated with grotesques. Behind the building there is a small church dedicated to Saint Barbara, the patron saint of miners.
A scrupulous restoration work brought to light the style of magnificence the Sannas used to live in at the turn of the 20th century. A mixture of styles, from the Empire to the Luigi Filippo, through Art Nouveau and Revival, reflects the late-nineteenth century taste that characterized the industrialization era and its new emergent middle class, who showed a strong will to return to the past and a deep interest in renewal and technological innovation at once. In fact, at that time, there was a return to the classical taste, but also the coming on the scene of new design, halfway between art and industry.
THE BLUE ROOM
It is the real protagonist of the building: it was used for formal visits and receptions and its name comes from the frescoes throughout its walls and vault.
Here is one of the fireplaces in the apartment, and around it armchairs, sofas, golden mirrors and a grand piano decorate the wide hall, once the scene of parties and dances.
Unlike the rest of the building, turned into administrative headquarters, its magnificence as a managerial and official room has been preserved.
THE SERVANTS' QUARTERS
A flight of stairs is enough to make the bourgeois splendour vanish and make room, in the attic, to more humble spaces.
A spacious kitchen, equipped with many copper pans and utensils, a small dining room and some bedrooms, furnished with simple and practical furniture, were the servants' quarters, as they worked and lived in the building.
Despite the clear difference between the two floors, the servants' lives conditions, though humble, seem to have been much better than the ones offered to the workers of the mine.
La visite " Palais de la Direction" est articulée dans le bâtiment avec le même nom. Initialement utilisé pour accueillir les bureaux de la compagnie minière et la maison de la famille Sanna , après il a été entièrement utilisé pour l'activité administrative. A l'intérieur vous pouvez découvrir , grâce à une reconstitution minutieuse de l' environnement d'origine , les gloires de la bourgeoisie du XIXe siècle et , dans le grenier , les conditions de vie modeste des domestiques. Magnifique la visite à la salle bleue , dont le nom est dû aux décorations qui recouvrent les murs et le plafond , qui a toujours été le plus beau fleuron de la construction comme la salle de réception avant et salle de réunion et de représentation ensuite.
HISTOIRE
Conçu et construit par Giovanni Antonio Sanna entre 1870 et 1877, Le palais est situé dans le village de Gennas dans l'espace ouvert appelé «aplanissement » pour le travail de préparation de la construction qui ont littéralement nivelé la colline d'origine. La maison de la Direction était le cœur battant de l' exploitation minière Montevecchio et selon le projet de G.A. Sanna hébergeait les bureaux administratifs , sa maison et une petite église. Sanna, mort en 1875 ( deux ans avant l' achèvement des travaux ) , il n'habitera jamais ici. Initialement, le bâtiment accueillait les bureaux au rez-de-chaussée , les archives situé au premier étage , la maison du directeur au deuxième , et , dans le grenier, l'appartement des serviteurs . Au cours des années , le palais a perdu la fonction de logement et a été presque entièrement utilisé pour accueillir les bureaux . Pour cette raison la plupart des peintures murales ont été blanchi à la chaux , et a mis en lumière grâce à des travaux de restauration récente.
ARCHITECTURE
Construit sur un plan rectangulaire , avec des formes classiques et néo - Renaissance, le bâtiment a trois étages autour d'un grand cloître central , qui donne sur trois côtés ,(où il y a sur 3 cotè) un porche avec des voûtes croisées ornées de motifs grotesques. Derrière l'entrée principale, il ya une petite église dédiée à Sainte Barbara , patronne des mineurs . Un travail de restauration minutieux a permis de mettre en lumière la splendeur dans laquelle la famille Sanna vivait entre le XIXe et XXe siècles . Un mélange de styles, depuis l'Empire jusqu'à Louis-Philippe, et à travers Revival et Liberty, qui reflète le goût que à la fin du XIXe siècle , a caractérisé l'ère de l'industrialisation et de sa nouvelle classe émergente , une bourgeoisie qui voulait un retour (qui a montré une forte envie de revenir) au passé et , en même temps , il a regardé attentivement l'innovation technologique. C'est en effet l'époque du retour au classique , mais aussi l'entrée de la nouvelle conception du design , à mi-chemin entre l'art et l'industrie.
LA CHAMBRE BLEU
La chambre bleue est le vrai protagoniste du palais, où on faisait réunions et des réceptions officielles , et son nom est dû aux décorations qui recouvrent les murs et le plafond . Il y a une des nombreuses cheminées dans l'appartement , autour de laquelle se développe une riche salon , avec des fauteuils, canapés et miroirs dorés ,un piano majestueux qui décorent la salle spacieuse , une fois théâtre de fêtes et des soirées musicales. Au contraire de c'est qui est passé dans le reste de l'édifice, complètement transformé en bureaux par les autorités administratives de la mine, la salle bleue a été toujours intact dans sa majesté.
LES SERVITEURS
Il suffit d'un escalier et les gloires bourgeoises s'estompent :dans le grenier on peut voir des salles plus modestes. Une grande cuisine , caractérisée par de nombreuses casseroles et des ustensiles en cuivre accrochés aux murs , la petite salle à manger et les chambres à coucher , caractérisées par un décor simple et fonctionnel : ici le serviteurs travaillaient et vivaient. Malgré la différence évidente entre les deux étages, les conditions de vie de la servitude étaient modestes mais meilleur que celles des travailleurs de la mine.
Die touristische Fahrt “Palazzina della Direzione (Geschäftsführungspalast)” entwickelt sich in dem inneren Teil des Palasts. Am Anfang, er beherbergt die Geschäftsführungsbüros der Bergwerkgesellschaft und den Wohnort der Familien Sanna; danach wird er ganz als Verwaltungsbüro zugewiesen.
Unverliebar ist der Blaue Saal (Sala Blu), deren Name kommt aus den Dekorationen, die die ganze Flache der Wände und Gewölbe bedecken. Der Saal war, und heutezutage noch ist, das Flaggschiff des Palasts: zuerst als Aufnahmesaal und daan als Sitzungsraum benutzt.
Entworfen von Giovanni Antonio Sanna und zwischen 1870 und 1877 erbaut, der Geschäftsführungspalast war der Herz von Bergwerksanlage Montevecchio. Nach der Ahnung von Sanna, der Palast die Verwaltungbüros, eine Kirche und die Privatwohnung beherbergen sollte. Aber Sanna, in 1875 gestorben, hat dort nie gelebt. Am Anfang, in der Palast findet sich Büros am Erdgeschoss,  Archive am ersten Stock, die Wohnung am zweiten Stock und, am Dachboden, die  Dienerschaftswohnungen.
Mit der Jahren, der Palast verlor seine Wohnungsaufgabe und wurde fast ausschließlich verwendet, um die Büros zu beherbergen.  Während diese neue Nutzenbestimmung, wurden viele der Wandmalereien mit Kalk bedeckt, und mit der letzten Renovierungsarbeiten wieder am Licht gebracht.
ARCHITEKTUR
Auf einem rechteckigen Grundriss erbaut, der Palast, mit Dekorationen aus Klassizismus und Neo Renaissance, entwickelt sich auf drei Stöcke um einen breiten zentralen Hof; wo sich eine dreiseitige Laube auslegt. Hinter dem Haupteingang gibt es eine kleine Kirche, die der Heiligen Barbara, der Schutzpatronin der Bergleute gewidmet ist.
Die sorgfältige Renovierungsarbeit erlaubt, das Luxus wo die Familie Sanna zwischen XIX. Und XX. Jahrhundert lebte, zum Licht wiederzubringen.
Eine Mischung von Kunststilen, von Kaiserstil bis Liberty und Louis Philippe, die den Geschmack der Industrialisierungszeit und die aufsteigende Sozialklasse der Bürgertum charakterisiert hat. Eine Klasse, die einen starken Wunsch ein Rückkehr zur Vergangenheit und, in der gleichen Zeit, ein Blick auf die technologische Innovation zeigte. Es ist naehmlich der Rückkehr zu den klassischen, aber auch die Eingangsstufe des neuen Designs, zwischen Kunst und Industrie.
BLAUE ZIMMER
Vorgesehen für den offiziellen Sitzungen und Empfänge, das Saal verdankt seinen Namen den Dekorationen, die die Wände und die Decke vollständig abdecken. Darin steht ein unter den vielen Kamine der Wohnung, um der sich ein reiches Wohnzimmer entwickelt, mit Sofas, Sesseln und Spiegel aus Gold. Der, zusammen mit dem wunderbaren Klavier, den breite Raum – ehemalige Theater von Feiern und Musikabende – schmueckt.
Im Gegensatz zum Rest des Gebaeudes, vollständig in den Verwaltungssitz des Bergwerks umgewandelt, das Saal wurde in ihrer Majestät als „Vertretungsraum“ intakt gehalten.
ZIMMER DIENER
Mit einer Treppe, die Herrlichkeiten des ersten Stock verschwinden.
Eine große Küche, mit vielen Töpfe und Kupfergeschirr die an den Wänden hängen, das kleine Esszimmer und die Schlafzimmer, mit einfachen und funktionalen Ausstattungen eingerichtet: die waren die Räume, in denen die Diener lebte und arbeitete.
Trotz der offensichtlichen Lücke zwischen den zwei Ebenen, die Lebensbedingungen der Dienstschaft waren bescheiden aber viel besser als jene von Bergwerksarbeitern.
EXPOSURE "CASTOLDI"
Die Sammlung ist eine Schenkung von Giovanni Antonio Castoldi (Urenkel von Ing. Alberto Castoldi), in Chile geboren aber in Madrid wohnhaft, und Offizier des europäischen Raum Instituts Sie ist eigentlich eine Sammlung von ungleichartigen Gegenstände, die zu Herr Alberto Castoldi gehörte und besteht aus Werkzeuge, Reiseartikeln, Fotografien, Gemälde und Zeichnungen.
Insgesamt zeigen sie jedoch eine wichtige Zeugnis der Geschichte von Montevecchio. Die Mehrheit der Arbeitswerkzeuge werden nähmlich von Castoldi selber benutzt, als er Student in Deutschland war, bevor Direktor des Bergwerks im Jahr 1877 zu werden. Manche Gegenstände (wie die Parteibücher des Vertreters Castoldi) erzählen von seinem politischen Engagement, andere vom Alltag (die Reise-Set für die Fotoalben) des Direktors ( z. B. seinen Reisen, soziale Beziehungen,
El recorrido del "Palacio de la Dirección" se desarrolla al interior del edificio homónimo. Inicialmente utilizado para albergar las oficinas ejecutivas de la empresa minera y como hogar de la familia Sanna, luego fue utilizado exclusivamente para la actividad administrativa. No podeis perder la visita a la Sala Azul, cuyo nombre se debe a las decoraciones que cubren completamente las paredes y la bóveda, que siempre ha sido el orgullo del palacio, en un primer momento utilizada como sala de las fiestas y luego como sala de reuniones y de representación.
Diseñada y construida por Giovanni Antonio Sanna entre 1870 y 1877, la casa de la Dirección fue el corazón de los establecimientos mineros de Montevecchio y de acuerdo con la idea original de G. A. Sanna se suponía que albergara las oficinas administrativas, el hogar de la familia Sanna y una pequeña iglesia. Sanna, que murió en 1875, nunca tuvo la oportunidad de vivir aquí. Inicialmente, el edificio albergaba las oficinas en la planta baja, el archivo en el primer piso, la casa del director en la segunda planta, y la vivienda de los criados en el ático.
Con los años, la casa perdió su función residencial y fue utilizada casi en su totalidad como oficinas de la mina. Durante este proceso de reasignación de uso, muchos de los frescos estaban cubiertos de revoque y llevados ante la luz gracias a la reciente intervención de restauración.
ARQUITECTURA
El edificio, con planta rectangular, en estilo clásico y neo-renacentista, se articula en tres plantas que se desarrollan alrededor de un gran claustro central, con vistas a lo largo de tres lados y un pórtico con bóvedas de crucería. Detrás de la entrada principal se encuentra la pequeña iglesia dedicada a Santa Bárbara, patrona de los mineros.
Las intervenciones de restauración han sacado a la luz el esplendor en el que vivía la familia Sanna entre los siglos XIX y XX. Una mezcla de estilos, desde el estilo Empero de Luis Felipe, a través del Modernismo y del Revival, que refleja el gusto de finales del siglo XIX, caracterizado por la era de la industrialización y por su nueva clase emergente, una burguesía que mostró un fuerte deseo de volver al pasado y, al mismo tiempo, observó cuidadosamente la renovación y la innovación tecnológica.
De hecho, es el tiempo de la vuelta a los clásicos, sino también el momento en el que entra en la escena el nuevo design, a medio camino entre el arte y la industria.
LA SALA AZUL
Construida para reuniones y recepciones oficiales, debe su nombre a las decoraciones que cubren por completo las paredes y la bóveda.
Aquí se encuentra una de las muchas chimeneas de la vivienda, en torno a la cual se desarrolla una rica sala de estar con sofás y espejos dorados que, junto con un majestuoso piano de cola, decora la habitación grande, un tiempo escenario de fiestas y veladas de música.
Al contrario de lo que sucedió en el resto del edificio, transformado por completo en oficinas administrativas de la mina, esta sala se mantuvo intacta como sala representativa, siempre caracterizada por su majestuosidad.
EL HOGAR DE LOS CRIADOS
Con un tramo de escaleras  dejamos el esplendor burgués de la segunda planta.
Una cocina grande con varias sartenes y utensilios de cobre colgados en las paredes, un comedor y unos pequeños dormitorios, acompañados de un mobiliario sencillo y funcional: estos eran los espacios en los que estaban los criados, que vivían y trabajaban en la Dirección.
A pesar de la aparente distancia entre las dos plantas, las condiciones de vida de los criados, aunque modestas, aparecen significativamente mejores que las ofrecidas a los trabajadores de la mina.
Los objetos se hacen historia
Resultado de la donación del Ingeniero Giovanni Antonio Castoldi (bisnieto del Ingeniero Alberto Castoldi), nacido en Chile, que vive en Madrid y que trabaja como funcionario del Ente Espacial Europeo, la exposición es una colección de objetos heterogéneos que pertenecía al Ingeniero Alberto Castoldi y consiste en herramientas de trabajo, artículos de viaje, fotografías, pinturas y dibujos.
Tomados en conjunto, sin embargo, representan un testimonio importante de la historia de Montevecchio porque la mayoría de las herramientas de trabajo han sido utilizadas por el mismo Castoldi en el período de estudios en Alemania antes de convertirse en director de la mina en 1877, mientras que otros (como las tarjetas de diputado de Castoldi) dan testimonio de su vida política, y otros son objetos de uso cotidiano (set de viaje y álbumes de fotos) que se refieren a la vida cotidiana del director de la mina (sus viajes, sus relaciones sociales). La exposición forma parte del recorrido en el palacio de la dirección.
Экскурсия "Дом Дирекции" проходит внутри одноименного здания. Первоначально в нем располагались офисы управляющих горнодобывающей компании и частные аппартаменты семьи Санна, затем здание было полностью передано администрации шахты. Благодаря тщательной работе по восстановлению первоначальной обстановки, Вы можете погрузиться в атмосферу роскоши буржуазии 19 века, а в комнатах мансарды увидеть скромные условия жизни слуг. Не пройдите мимо Синей Комнаты, чье имя связано с росписью, полностью покрывающей стены и потолок, и которая является главным украшением здания, также как и главная комната для приема гостей и комната для собраний, а затем представительства.
ИСТОРИЯ
Дом был спроектирован и построен согласно завещанию Джованни Антонио Санна между 1870 и 1877 годах. Здание управления расположено в местности Дженнас, на площади, образованной во время подготовки строительных работ, которые буквально выровняли первоначальный холм. Здание управления было сердцем горных предприятий Монтевеккио и в соответствии с первоначальной идеей Г.А. Санна должно было состоять из административных офисов, частного дома и небольшой церкви.
На самом деле Санна, чья смерть датируется 1875 годом (за два года до завершения работ), никогда не будет там жить.
Первоначально офисы размещались на первом этаже здания, архив на втором этаже, резиденция директора на третьем, а на мансарде – помещения для слуг.
С течением времени семья директора переселилась в другое здание и Дом почти целиком отдали под офисы. Во время передачи здания его стены было побелены и многие из росписей были возвращены только благодаря последним мероприятиям по восстановлению.
АРХИТЕКТУРА
Здание прямоугольной планиметрии имеет архитектурные черты классики и неоренессанса и расположено на трех этажах вокруг большого крытой аркады, с трех сторон которой открывается портик с перекрестными сводами, украшенными гротескными мотивами. За главным входом находится небольшая церковь, посвященная Святой Барбаре, покровительнице шахтеров.
Скрупулезные реставрационные работы позволили восстановить великолепие, в котором жила семья Санна между девятнадцатым и двадцатым веками. Смешение стилей от Империи до Луи-Филиппа через Либерти отражает вкус, который в конце девятнадцатого века характеризовал эпоху индустриализации и ее нового развивающегося класса: буржуазию, которая проявляла заметный интерес к прошлому и в то же время тщательно изучала технологические инновации.
Это была эпоха возвращения к классике с новым дизайном, на полпути между искусством и промышленностью.
СИНЯЯ КОМНАТА
Это главное сокровище здания: предназначенная для официальных встреч и приемов, она обязана своим именем росписи, которая полностью покрывают стены и потолок.
Там находится один из многочисленных каминов, вокруг которого располагается богатая гостиная с креслами, диванами и позолоченными зеркалами, которые вместе с величественным роялем украшают просторный зал, когда-то место проведения вечеринок и музыкальных вечеров.
Вопреки тому, что остальная часть здания была полностью преобразована в административный штаб шахты, зал сохранился в своем величии как управленческий и представительский офис.
ЖИЛЬЕ СЛУГ
Всего один лестничный пролет и буржуазное великолепие исчезнет, перейдя в гораздо более скромные комнаты на мансарде.
Большая кухня с многочисленными кастрюлями и медной посудой, висящими на стенах, маленькая столовая и спальни, оборудованные простой и функциональной мебелью: это были комнаты, куда переезжали слуги, которые работали и жили в Дирекции.
Несмотря на очевидный разрыв между двумя этажами, условия жизни слуг, пусть и скромные, кажутся значительно лучше, чем условия, в которых жили рабочие шахт.
ИСТОРИЧЕСКИЕ ЭКСПОНАТЫ
Результат пожертвования инженера Джованни Антонио Кастольди (правнук инженера Альберто Кастольди), который родился в Чили, живет в Мадриде и работает в Европейском космическом агентстве, на самом деле представляет собой коллекцию разных предметов, принадлежащих инженеру Альберто Кастольди, и состоит из рабочих инструментов, личных вещей, фотографий, картин и рисунков.
В целом, однако, они представляют собой важное свидетельство истории Монтевеккио, поскольку большинство инструментов работы использовалось самим Кастольди во время его учебы в Германии, прежде чем стать директором Шахты в 1877 году, другие (например, депутатские карточки Кастольди) свидетельствуют о его политической приверженности, остальные являются предметами повседневного обихода из жизни Директора Шахты (его путешествия, письма). Выставка включена в экскурсию по дому Дирекци.

Il percorso “Sant'Antonio” che si snoda lungo le aree di superficie adiacenti la caratteristica torre merlata del pozzo di estrazione include, oltre alle sale argani e compressori, la visita agli alloggi degli operai e all' ex-deposito minerali.
La struttura architettonica dello stabile (i cui alloggi si affacciano sul lungo corridoio) e l'arredamento che caratterizza i vari ambienti, fanno degli alloggi degli operai un importante esempio delle condizioni di vita nelle miniere.
L'ex deposito minerali offre invece un'ampia panoramica sul lavoro minerario: dalla roccia al minerale puro sino al metallo pronto a essere forgiato. Sono inoltre presenti i documenti di supporto alle ricerche stratigrafiche e le descrizioni delle tecniche di estrazione, cernita e arricchimento. Durata 1 ora circa.
STORIA
La miniera di Sant’Antonio, faceva parte della prima concessione mineraria rilasciata, a Giovanni Antonio Sanna, dal re Carlo Alberto nel 1848. L’omonimo pozzo, uno dei più suggestivi di Montevecchio, domina il cantiere. La torre merlata, realizzata in stile neogotico, secondo lo stile in voga in quegli anni, mascherava la struttura industriale necessaria al duro lavoro di estrazione che si svolgeva all’interno del pozzo.
Iniziati nel 1853, gli scavi portarono alla realizzazione di sedici livelli di estrazione, per una profondità di oltre 500 metri.
Il grande argano a bobine, elettrificato nel 1919, rendeva possibile il trasporto all'interno di gabbie elevatrici, di uomini e minerale dalle gallerie di estrazione alla superficie . Qui, accanto al maestoso pozzo, trovavano spazio diversi impianti di supporto al lavoro nel sottosuolo: la vecchia forgia, la lampisteria, la centrale elettrica e la connessa officina, le due sale compressori che un tempo erano in grado di soddisfare le esigenze di numerose fasi di lavorazione, dalle officine meccaniche agli impianti di flottazione. Una linea ferroviaria interna dotata di piccoli vagoncini, trasportava il minerale estratto sino alla Laveria Principe Tomaso.
Dopo un secolo di fiorente attività, caratterizzato dalle continue innovazioni tecnologiche della prima metà del XX secolo, l’esaurimento dei filoni migliori, il calo della qualità del materiale estratto insieme all’aumento dei costi di produzione, provocarono la crisi dell’attività estrattiva a Montevecchio. Nel 1988, l'attività presso il pozzo Sant’Antonio, venne interrotta dopo oltre un secolo di estrazione.
ALLOGGI OPERAI
Uno stretto corridoio interno, come lungo una strada, introduce a piccoli alloggi numerati:
qui vivevano alcuni degli operai della miniera di Sant’Antonio, insieme alle famiglie. Il bagno comune in fondo al corridoio è quasi un lusso per un periodo in cui, solitamente, per accedere ai servizi, si era costretti ad uscire all'aperto.
Pochi ambienti, arredati in modo semplice ed essenziale.
Utensili della quotidianità e mobili modesti arredano fedelmente le unità abitative proiettando il visitatore nell'atmosfera originaria della vita dell'epoca: la cucina semplice con le stoviglie essenziali, uno o più letti in ferro battuto e poche suppellettili indispensabili alla vita domestica era tutto ciò a cui una famiglia di operai poteva ambire.
EX DEPOSITO MINERALI
Adibito un tempo a caserma e abitazioni per gli impiegati, il Deposito Minerali, insieme agli alloggi operai, alle stalle, alla casa del custode e alla vecchia laveria Rio, si trova all’interno dell’area indicata attualmente come Complesso del Rio che deve il suo nome all’omonima laveria, la prima della miniera, costruita nel 1853 nel cantiere di Sant’Antonio.
Il deposito presenta un percorso alla scoperta del lavoro nella miniera di Montevecchio: dalla roccia al minerale puro, sino al metallo, pronto a essere forgiato, supportato dalle ricerche stratigrafiche, e dalle descrizioni delle tecniche di estrazione, cernita e arricchimento. La visita sviluppa le tematiche del lavoro minerario, attraverso una serie di pannelli, integrati dall'esposizione di oggetti legati alla miniera, dalle punte dei fioretti di perforazione ai campioni di roccia mineralizzata.

Around the shaft, the areas that can be visited include the winch and compressor rooms, the workers' dwellings and the former mineral storehouse. The impressive visit to the workers' dwellings gives the chance to see their typical humble life conditions.The adjacent storehouse houses a display illustrating the different stages of the mining industry in Montevecchio.
HISTORY
The Mine of Sant'Antonio was part of the first mining claim that Giovanni Antonio Sanna obtained from the King of Sardinia, Carlo Alberto of Savoy in 1848. The shaft bearing his name, one of the most charming in Montevecchio, dominates the workings. The crenellated tower, built in neo-Gothic style, after the manner of the time, hid the industrial framework necessary for the hard mining work that was done inside the shaft.
When digging started in 1853, sixteen mining levels were made, reaching a depth of more than 500 metres.
The large winch, operating with coils and electrified in 1919, allowed the transport of both men and minerals from tunnels up to the surface inside metal cages. Here, near the imposing shaft, were several plants associated with the underground extraction: the old forge, the lamp room, the power plant and the adjacent workshop, and the two compressor rooms, which once were able to satisfy the requirements of several processing phases, from the machine shops to the floatation plants. An internal railway, with its small cars, carried the mineral mined to the Principe Tomaso processing plant.
After a century of full production, characterized by the continuous technological innovations developed during the first half of the XX century, the exhaustion of the best veins, the drop in the quality of the ore, as well as the increase of production costs, were the cause of the crisis of the mining industry in Montevecchio. In 1988, mining in the shaft of Sant'Antonio ceased after more than a century of activity.
WORKERS'S DWELLINGS
A narrow inner corridor leads to small numbered dwellings as if along a street: here some of the workers of the Sant'Antonio Mine used to live with their families. The shared toilet at the end of the corridor is virtually a luxury for a time when people usually had to go outdoors to access a toilet.
A small number of rooms, sparsely and essentially furnished.
Everyday utensils and simple furniture furnish the houses in a fitting way, so immersing the visitor in the original atmosphere of the time: a simple kitchen with some essential kitchenware, one or more wrought iron beds, and few basic household furnishings was all the workers' families could aspire to.
OLD MINERAL STORAGE
Once used as barracks and lodgings for the employees, the mineral storehouse, together with the workers' dwellings, the stables, the guardian's house and the old Rio processing plant, is located in the area currently known as the Rio Complex, so named after the processing plant of the same name. Built in 1853, it was the first washery of the Sant'Antonio mine workings.
At present, the storehouse houses a display illustrating the different stages of the mining industry in Montevecchio: from rock to pure ore, to metal ready to be forged. The display is enhanced with stratigraphic research data and descriptions of extraction, selection and concentration techniques. Through a series of descriptive panels, the itinerary of the visit follows the stages of the mining process, supplemented with related objects and tools, ranging from steel rock drill bits to mineral rock samples.
TIPICAL MINERALS
BLENDA - Variable in colour and brightness, sphalerite, better known as blende in the mining world, is an important industrial mineral. Hard and easily cleavable, it contains zinc and, sometimes, in its auriferous and argentiferous varieties, even small amounts of gold and silver.
GALENA - Very important for lead production, galena is a soft and heavy mineral, and its colour can range from lead-grey to silver-grey. In Montevecchio silver often occurred, in such amounts that it could reach up to 1000g per ton of mined material.
L' itinéraire «Sant'Antonio» comprend les espaces adjacentes à la caractéristique tour crénelé du puits d'extraction, la salle de treuil et de compresseurs , une visite aux habitations des travailleurs et au ancien dépôt minéral. Les logements des travailleurs, la structure du bâtiment (les salles se présentent sur le long couloir) sont un exemple important des conditions de vie dans les mines. L' ancien dépôt minéral offre un large aperçu de l'exploitation minière , de la roche au minerai pure jusqu'à le métal prêt à être forgé . Il y a aussi les documents de la recherche stratigraphique et descriptions des techniques d'extraction , de tri et d'enrichissement. Durée: environ 1 heure.
HISTOIRE
La mine de Sant'Antonio, faisait partie de la première concession minière accordée à Giovanni Antonio Sanna, par le roi Carlo Alberto en 1848. L'homonyme puits, l'un des plus suggestif de Montevecchio, domine le site. La tour crénelée, construit dans le style néo- gothique, le style en vogue dans ces années-là, masquait la structure industrielle nécessaire pour le travail de l'exploitation minière qui a eu lieu à l'intérieur du puits. Initié en 1853, les fouilles ont permis la création de seize niveaux d' extraction, à une profondeur de plus de 500 mètres. Le grosse treuil à bobines, électrifié en 1919, a permis de transporter hommes et minerai de les tunnels à la surface avec des cages des ascenseurs. Ici, à côté du majestueux puits, il y a beaucoup de bâtiments utile pour le travail dans les galeries: l'ancien forge, la lampisterie, la centrale électrique et l' atelier, les deux chambres de compression qui satisfaisait les besoins de nombreuses phases du travail, des ateliers mécaniques aux installations de flottation . Une ligne de chemin de fer interne transportait avec petits wagons les minerais jusqu'à la Laveria Principe Tomaso. Après un siècle d' activité florissante, caractérisée par différents innovations technologiques de la première moitié du XXe siècle, l'épuisement des meilleures gisement, la baisse de la qualité du minerai extrait avec la hausse des coûts de production, a provoqué la crise de la mine Montevecchio. En 1988, l'activité au puits Sant'Antonio a été interrompue après plus d'un siècle d'exploitation minière.
LOGEMENTS DE TRAVAILLEURS
Un couloir étroit à l'intérieur , comme une route, introduit petits logements numérotée: les travailleurs de la mine de Sant'Antonio ont vécu avec leurs familles. La salle de bains commune à la fin du couloir est presque un luxe pour une période où , généralement , pour aller à la salle de bains, on était obligés d'aller dehors. Peu des chambres, meublées dans un style simple et essentiel .
Outils de la vie quotidienne et le mobilier modeste meublent fidèlement les appartements et projettent les visiteurs dans la vie originale de l'époque: la cuisine avec des ustensiles simples et essentielles , un ou plusieurs lits en fer forgé et quelques meubles indispensables à la vie domestique était tout ce que une famille de travailleurs pouvait avoir .
ANCIEN DEPOT
le dépôt de minerai, une fois utilisé comme caserne et logements pour les employés, et le logement des travailleurs , les écuries , la maison de gardien et l'ancien lavoir Rio , se trouvent dans la zone indiquée comme Complesso del Rio , qui doit son nom à la lavoir, le premier de la mine, construit en 1853 dans le chantier de Sant'Antonio. Le dépôt a un parcours à la découverte du travail dans la mine de Montevecchio : de la roche au pur minerai , jusqu'au métal , prêt à être forgé , soutenue par la recherche stratigraphique, et les descriptions des techniques d'extraction, de tri et d'enrichissement. La visite s'est concentrée sur les questions du travail minier , à travers une série de panneaux , complétée par l'exposition d'objets liés à la mine de la pointe des fleurets de forage aux échantillons de roches minéralisées .
MINERAUX TIPIQUES
BLENDA - Variable in colour and brightness, sphalerite, better known as blende in the mining world, is an important industrial mineral. Hard and easily cleavable, it contains zinc and, sometimes, in its auriferous and argentiferous varieties, even small amounts of gold and silver.
GALENA - Very important for lead production, galena is a soft and heavy mineral, and its colour can range from lead-grey to silver-grey. In Montevecchio silver often occurred, in such amounts that it could reach up to 1000g per ton of mined material.
Die Tour „Sant‘ Antonio" entwickelt sich entlang der Oberflächen neben dem charakteristischen zinnengekrönten Turm der Bergbaugrube. Diese Tour schließt die Besichtigung der Winde- und Kompressorenräume, der Arbeiterwohnungen  und alle Ex-Mineralläger ein.
Die architektonische Struktur des Gebäudes (dessen Zimmer blicken auf den langen Gang) und die Einrichtung, die die verschiedenen Zimmer auszeichnet, machen die Wohnungen der Arbeitnehmer ein wichtiges Beispiel der Lebensbedingungen in den Minen.
Das ehemalige Minerallager bietet einen breiten Überblick über die Bergbaubetrieb: von Rock bis rein Erz bis das Metall bereit zu schmieden. Es gibt auch die Beschreibungen der Techniken der Gewinnung, Sortierung und Anreicherung. Besichtigungsdauer 1 Stunde ca.
GESCHICHTE
Die Mine von Hl. Antonio, war Teil der ersten Bergbaukonzession und wurde im Jahr 1848 von König Carlo Alberto zu Giovanni Antonio Sanna erteilt. Der gleichnamige Schacht ist eine der eindrucksvollsten der Mine Montevecchio. Der zinnengekrönte Turm, im neugotischen Stil, maskierte und verbarg die industrielle Struktur notwendig für die harte Arbeit der Gewinnung im Schacht.
Im Jahr 1853 begonnen, die Abbauen führten zur Schaffung von sechzehn Gewinnungsebenen, einer Tiefe von über 500 Metern.
Die großen Windentrommeln, im 1919 elektrifiziert, machte es möglich, innerhalb Käfige Aufzüge, Männer und Mineralen von den Galerien bis Oberfläche zu transportieren. Hier, neben dem beeindruckenden Grube gab es mehrere Anlage für die Arbeit in den Galerie : die Schmiede, das Lampenlager , das Kraftwerk und die Werkstatt, die zwei Kompressionskammern, die halfen verschiedene Phasen der Bearbeitung, z.B. die mechanische Werkstätten und Flotationsanlagen. Eine innere Eisenbahnlinie, mit kleinen Wagen ausgestattet, transportiert den gewonnenen Erz bis der Erzwaschanlage Prinz Tomaso.
Nach einem Jahrhundert von blühende Aktivität, aus  technologische Innovationen charakterisiert, verschiedene Umstände verursachten die Krise im Bergbau Montevecchio: das Versiegen der besten Flözen, die Abnahme der Qualität der gewonnenen Materialien, die steigenden Produktionskosten. Im Jahr 1988 wurden die Aktivitäten beim Schacht  Sant' Antonio, nach mehr als einem Jahrhundert, unterbrochen.
ARBEITERWOHNUNGEN
Ein schmaler innere Hausflur führt, wie eine Straße, zu kleine nummerierte Wohnungen: hier lebten einige der Arbeiter des Bergwerks Hl.  Antonio mit ihren Familien. Das Gemeinschaftsbad am Ende des Flurs ist fast wie ein Luxus für einen Zeitraum, wann die Badezimmer waren draußen des Hauses. Die Wohnungen haben nur zwei Zimmer, mit mäßige Möbelstucke eingerichtet.
Werkzeuge des täglichen Lebens und das bescheidene Mobiliar führen den Besucher in die Atmosphäre des ursprünglichen Leben der Zeit: die einfache Küche mit dürftigem Geschirr ist, ein oder mehrere Betten aus Schmiedeeisen und einige Möbel: das war alles eine Arbeiterfamilie könnte streben nach.
EX MINERALENLAGER
Einst als Wohnungen für Mitarbeiter, das Mineralenlager,  wie die Arbeiterwohnungen, die Ställe, das Haus des Wächters und die alte Erzwaschanlage Rio, findet in dem Gebiet genannt Komplex von Rio statt, aus deren Name kommt dieser der Erzwaschanlage, die erste der Mine (1853).
Das Lager führt den Besucher nach die Entdeckung  der Arbeit in dem Bergwerk Montevecchio: von Stein bis rein Mineral, bis Metall bereit für die Schmiede. Eine erklärende Beschreibung der verschiedenen Phasen über der Techniken der Gewinnung, Sortierung und Anreicherung mittels Ausstellungstafel, Werkzeuge benutzte in der Mine und Mineralproben .
El recorrido ‘San Antonio’ que se desarrolla a lo largo de las superficies adyacentes a la característica torre con borde festoneado del pozo de extracción incluye, además de las salas de tornos y compresores, la visita a las viviendas de los trabajadores y a ex almacén de minerales.
L as viviendas de los trabajadores representan un importante ejemplo de las condiciones de vida en las minas por la estructura arquitectónica del edificio (cuyas habitaciones miran hacia un largo pasillo) y por los muebles que caracterizan las varias salas.
El ex almacén de minerales ofrece un amplio resumen alrededor del trabajo en las minas: desde la roca al mineral puro, hasta llegar al metal listo para ser forjado. Además aquí se encuentran los documentos de apoyo a la investigación estratigráfica y las descripciones de las técnicas de extracción, selección y enriquecimiento. Duración de la visita: alrededor de 1 ora.
HISTORIA
La mina de San Antonio formaba parte de la primera concesión minera expedida a Giovanni Antonio Sanna por el rey Carlo Alberto en el 1848. El homónimo pozo, uno de los más sugestivos de Montevecchio, domina la área de trabajo. La torre con borde festoneado, construida en estilo neogotico, según el estilo de moda en esos años, ocultaba la estructura industrial necesaria para el trabajo duro de extracción que tenía lugar al interior de pozo. Las excavaciones iniciaron el 1853 y llevaron a la creación de dieciséis niveles de extracción, hasta lograr una profundidad de más de 500 metros. El grande torno a carrete, electrificado en el 1919, hizo posible el trasporte en el interior de las jaulas, de hombres y minerales desde los túneles de extracción hasta la superficie. Aquí, al lado del impresionante pozo, se encontraban diferentes sistemas de apoyo al trabajo en el subsuelo: la antigua fragua, la sala de las lámparas, la central eléctrica con el taller conectado, las dos salas de los compresores que fueron capaces de satisfacer a las necesidades de numerosas fases de trabajo, desde los talleres mecánicos hasta la instalación para la flotación. Una linea de ferrocarril interna equipada con pequeños vagones, llevaba el mineral extraído hasta el lavadero Príncipe Tomaso.
Después de un siglo de actividad floreciente, caracterizado por las continuas innovaciones tecnológicas de la primera mitad del siglo XX, el agotamiento de los mejores filones, la disminución de la calidad del material extraído junto con el aumento de los costes de producción, provocaron la crisis de la actividad de extracción en Montevecchio. En 1988, la actividad en el pozo de San Antonio fue interrumpida después de más de un siglo de extracción.
VIVIENDAS PARA LOS TRABAJADORES
Un pasillo interior estrecho, como si fuera una calle, introduce en pequeñas viviendas numeradas: aquí vivieron algunos trabajadores de la mina de San Antonio, juntos con las familias. El cuarto de baño compartido en el pasillo era casi un lujo para aquel momento en el que, por lo general, para acceder a los servicios higiénicos, era necesarios salir a la calle. Pocas habitaciones, con muebles sencillos y esenciales. Utensilios de la vida cotidiana y muebles modestos reconstruyen fielmente las viviendas proyectando al visitante en la atmósfera original de la vida de aquella época: una familia de trabajadores sólo podía aspirar a una cocina sencilla con menaje básico, una o más camas de hierro forjado y pocos muebles esenciales para la vida doméstica.
EX ALMACÉN DE MINERALES
Una vez utilizado como cuartel y como viviendas para los empleados, el almacén de los minerales, conjuntamente con las viviendas de los trabajadores, los establos, la vivienda del guardián y el antiguo lavadero Rio, se encontraba al interior de la zona actualmente conocida como el Complejo Rio que debe su nombre al homónimo lavadero, el primero de la mina, construido en el 1853 en San Antonio.
El recorrido al interior del almacén nos permite descubrir el trabajo en la mina de Montevecchio: desde la roca al mineral puro, hasta el metal, listo para ser forjado, conjuntamente con las investigaciones estratigráficas, las descripciones de las técnicas de extracción, la selección y el enriquecimiento. La visita se centra en los temas del trabajo en la mina, a través de una serie de paneles, integrados con la exposición de objetos relacionados con la mina, desde las puntas de las floretes de perforación a las muestras de roca mineralizada.
Маршрут «Санто Антонио» проходит вдоль характерной зубчатой башни, принадлежащей добывающей скважине, и включает в себя, помимо экспозиции лебедок и компрессорных башень, посещение рабочих кварталов и бывшего месторождения полезных ископаемых.
Архитектурное строение здания (комнаты которого выходят в длинный коридор) и обстановка различных комнат делают жилье рабочих важным примером условий жизни в шахтах.
Бывшее месторождение полезных ископаемых предлагает широкий обзор горных работ: от породы до чистой руды и металла, готового к ковке. Существуют также документы, подтверждающие стратиграфические исследования и описания методов извлечения, сортировки и обогащения. Продолжительность экскурсии около 1 часа.
ИСТОРИЯ
Шахта Сант'Антонио, является частью первой концессии на добычу полезных ископаемых, которую король Карло Альберто дал Джованни Антонио Санна в 1848 году. Одноименный колодец, один из самых впечатляющих в Монтевеккьо, возвышается над строительной площадкой. Зубчатая башня, построенная в неоготическом стиле, в соответствии с модным стилем тех лет, маскировала промышленную структуру, необходимую для тяжелой работы по добыче, которая происходила внутри скважины.
Начатые в 1853 году работы привели к строительству шестнадцати уровней шахты глубиной более 500 метров.
Большая катушечная лебедка, электрифицированная в 1919 году, позволила транспортировку людей и руды посредством  лифтовых клеток из туннелей на поверхность. Здесь, рядом с огромной скважиной, было несколько вспомогательных систем для подземных работ: старая кузница, лампы, электростанция и смежный цех, два компрессорных зала, которые когда-то могли удовлетворить потребности многих этапов обработки от механических мастерских до флотационных установок.  Внутренняя железнодорожная линия с небольшими вагонами доставляла добытую руду в цех по обработке имени Принцa Томмазо.
После столетия процветающей деятельности, характеризуемой непрерывными технологическими инновациями первой половины двадцатого века, произошло истощение лучших горных жил, снижение качества добываемого материала и рост себестоимости,  что  спровоцировало  кризис добычи в Монтевеккьо.  В 1988 году деятельность на скважине Сант-Антонио была прервана после более чем столетней добычи.
ДОМА РАБОЧИХ
Узкий внутренний коридор, как сельская улочка, ведет к маленьким пронумерованным жилищам: здесь жили некоторые работники шахты Сант-Антонио вместе с семьями. Общий туалет в конце коридора - это почти роскошь для того периода, потому что удобства, как правило, находились на улице.
Несколько помещений почти в спартанской обстановке.
Предметы повседневной жизни и скромная мебель с точностью отображают жилые помещения, перенося посетителя в оригинальную атмосферу жизни того времени: простая кухня с необходимой посудой, одна или несколько кроватей  из кованого железа и несколько необходимых домашних принадлежностей, это было все, что могла себе позволить семья рабочих.  
БЫВШИЙ СКЛАД МИНЕРАЛОВ
Когда-то использовавшийся в качестве казармы для рабочих , Склад Минералов вместе с рабочими помещениями, конюшнями, домом смотрителя и старой лаверией Рио – места для промывания добытой горной породы –  находится в районе, который в настоящее время называется комплексом Рио, его название происходит от  одноименной первой лаверии шахты, построенной в 1853 году на строительной площадки  Сант-Антонио.
Месторождение представляет собой маршрут который показывает, как работали на шахте Монтевеккьо: можно увидеть как горная порода  превращается в чистый минерал, как из него получают  металл, готового к ковке, все это  подкреплено стратиграфическими исследованиями и описанием методов добычи, сортировки и обогащения. Стены помещений украшены серий панелей на тему горных работ,  дополняемых экспозицией объектов, связанных с шахтой, от наконечников буровых установок  до образцов минерализованных пород.

Il percorso Officine si snoda lungo le strutture che supportavano le attività estrattive nella manutenzione dei macchinari.
Officine, Fonderia, Forge, Sala Modelli, all'interno dei quali, gli operai, erano in grado di aggiustare e ricostruire qualsiasi pezzo fosse necessario per l'attività della miniera.
L’edificio fu costruito sul vecchio impianto della prima centrale elettrica risalente al 1901. Il piano terra ospitava il laboratorio degli elettricisti ed era attrezzato per la riparazione della vasta gamma di macchinari elettrici presenti in miniera. Al primo piano, invece, a partire dal 1938 cominciarono ad essere conservati, e lo sono in parte tutt’ora, i modelli inlegno necessari per la riproduzione in fonderia di pezzi di ricambio dei macchinari e di altri oggetti metallici di utilizzo comune in miniera.
L’officina per la forgiatura e la tempera dei fioretti, rimodernata e ampliata nel 1912, costituiva un laboratorio di fondamentale importanza per la costruzione e la manutenzione degli utensili metallici necessari all’attività in miniera. I fabbri perpetuavano così, nella moderna produzione mineraria, un’arte antica che per secoli ha caratterizzato questo territorio.
La fonderia, risalente al 1885 e rimodernata nel 1912, ospitava gli impianti per la fusione di tutti i getti in ghisa e piombo degli elementi meccanici necessari all’ordianaria manutenzione degli impianti di miniera e per la costruzione di nuovi macchinari, sono visibili i forni le sagome, gli stampi e altri strumenti per la fusione.
L’Officina meccanica sorse nel 1938 come fabbricato per la manutenzione degli automezzi. L’edificio venne ampliato nel 1948 raggiungendo le dimensioni attuali. Era dotato della più moderna strumentazione tecnica per lavori di piccola e grossa carpenteria, di una gru a ponte scorrevole per la riparazione e il montaggio di macchinari da lavoro e per la normale manutenzione dei mezzi di trasporto.

Spread along the structures that supported the activities maintenance of mining machinery.
Workshops, Foundry, Forge, Hall Models, when the workers were able to adjust and reconstruct any piece was necessary for the activities of the mine.
The building that houses the reception center was built on the old system of the first power station dating back to 1901. The ground floor housed the laboratory was equipped electricians and for repair of wide range of electrical machinery present in the mine. On the first floor, however, since 1938 began to be kept, and in part still are, wooden models necessary for the realization of foundry machinery spare parts and other metal objects commonly used in mining .
The workshop for the forging and tempering drills, remodeled and enlarged in 1912, was a laboratory of fundamental importance for the construction and maintenance of metal tools necessary for the work in the mines. Blacksmiths so perpetuated in the modern mining production, an ancient art that has characterized this region for centuries.
The foundry, which dates back to 1885 and renovated in 1912, housed the equipment for melting cast iron and all the mechanical elementsnecessary for the routine maintenance of the mine and the construction of new machines, the ovens are visible shapes, molds and other tools for merging.
The Machine Shop was built in 1938 for the maintenance of vehicles. The building was expanded in 1948 to reach its current size. It was equipped with the most modern technical equipment for work on small and large timber, a sliding crane repair and installation of machinery and work for the normal maintenance of means of transport.
L'itinéraire  « Officine » se développe à travers des structures qui ont soutenu les activités minières et la réparation des machines.
Usines, Fonderie, Forge, salle modèles, dans lequel, les travailleurs  ajustaient et  reconstruisaient  tout les machineries nécessaire pour l'activité de la mine.
Le bâtiment où il y a le centre d'accueil, a été construit sur l'ancienne installation de la première centrale électrique de 1901. Dans Le rez-de-chaussée il y avait le laboratoire d'électriciens et était équipé pour la réparation d'une large gamme de machines électriques présents dans la mine. Au premier étage, toutefois, à partir de 1938 on a conservé, et ils sont en partie encore , les modèles en bois nécessaires pour la reproduction dans la fonderie de pièces de recharge pour les machines et autres objets métalliques d'usage courant dans la mine.
L'usine de forge et trempe de fleurets , modernisé et agrandi en 1912, était un laboratoire avec importance fondamentale pour la construction et l'entretien des outils métalliques nécessaires pour le travail dans la mine. Les serruriers perpétuaient, avec la production minière moderne, un art ancien qui pendant des siècles a caractérisé cette région.
La fonderie, construite en 1885 et rénovée en 1912, abritait  les machines pour la fusion de tous les jets de fonte et de plomb (éléments mécaniques) pour l'entretien ordinaire nécessaire dans la mine et la construction de nouvelles machines, on peut voir  fours,  formes , moules et autres outils pour la fusion.
L'atelier  mécanique a été fondé en 1938 pour réparer les véhicules. Le bâtiment a été agrandi en 1948 pour atteindre sa taille actuelle. Il a été équipé avec les plus modernes instrumentations  pour le travail des petites et grandes charpenterie, d'une grue avec un pont coulissant pour la réparation et installation de machines et pour l'entretien des moyens de transport.
Diese Tour zerfällt entlang der Werkstätte für die Instandhaltung den Gewinnungsmaschinen. Werkstätte, Gießerei, Schmieden, in denen die Arbeitnehmer können jedes Stück notwendig für die Arbeit des Bergewerks reparieren und wieder aufzubauen.
Das Gebäude, wo der Empfangsraum befindet, wurde auf der alten Anlage des ersten Kraftwerks (1901) gebaut. Das Erdgeschoss beherbergt die Werkstatt der Elektroinstallateuren und war für die Instandsetzung von der verschiedenen Maschinen ausgestattet.
Auf dem ersten Stock können wir die Holzmodelle den Ersatzteile, die danach in der Gießerei nachgebildet wurden.
Die Werkstatt der Schmiede, renoviert und erweitert im 1912, war ein wichtiger und grundsätzlicher Arbeitsraum für die Schaffung und Instandhaltung der Metallwerkzeugen. Die Schmiede verewigten, in der modernen Bergwerkproduktion, eine alte Kunst, die seit Jahrhunderten hat dieses Gebiet charakterisiert.
Die Gießerei, von 1885 und im 1912 renoviert, beherbergte die Gussanlagen von allen Gussstücken aus Blei und Gusseisen für die mechanischen Bestandteile. Hier können Sie auch die Schmelzöfen, Gussformen und andere Werkzeuge für der Guss.
Die mechanische Werkstatt wurde im 1938 als ein Gebäude für die Wartung den Fahrzeugen gegründet. Das Gebäude wurde im Jahr 1948 erweitert, um seine heutige Größe zu erreichen. Es war mit modernster technischer Ausstattung für die Werke der kleinen und großen Zimmerhandwerk, ein Schiebeportalkräne für die Reparatur und Installation von Maschinen und für die normale Wartung von Transportmitteln ausgestattet.

El recorrido “talleres” serpentea a lo largo de las estructuras en apoyo de las actividades mineras en el mantenimiento de la maquinaria. Talleres mecánicos, fundición, forja, sala de maquetas, dentro de los cuales los trabajadores eran capaces de reparar y reconstruir cualquiera pieza necesaria para las actividades de la mina.
El edificio fue construido en el mismo sitio que la primera central eléctrica construída en 1901. La planta baja alojaba el taller de los electricistas y era equipada para la reparación de la amplia gama de los equipos eléctricos de la mina. Desde el 1938, en la primera planta comenzaron a ser mantenidos, y siguen siendolo hoy en día, las maquetas de madera necesarias para la reproducción de las piezas de repuesto de la maquinaria y de otros objetos metálicos de uso común en las minas.
El taller de forja y de temple de florecillas, reformado y ampliado en 1912, constituía un taller de importancia fundamental para la construcción y el mantenimiento de las herramientas de metal necesarias en la actividad minera. En esta manera los herreros llevaban a cabo, en la moderna producción minera, el antiguo arte que durante siglos ha caracterizado a este territorio.
En la fundición, construida en 1885 y renovada en 1912, había la instalación para la fusión de los elementos mecánicos necesarios para el mantenimiento ordinario de los equipos de la mina y para la construcción de nuevas máquinas. Aquí se pueden ver los hornos, los moldes y otras herraminetas para la fusión.
El taller mecánico fue fundado en 1938 como edificio para el mantenimiento de vehículos. El edificio fue ampliado en 1948 para alcanzar su tamaño actual. Estaba equipado con las herramientas técnicas más modernas para trabajos de pequeña y grande carpintería, con una grúa puente deslizante para la reparación y el montaje de maquinaria de trabajo y para el mantenimento de los medios de transporte.
Экскурсия по Мастерским проходит вдоль сооружений, которые занимались обслуживанием машин, задействованных в добыче полезных ископаемых.
Ремонтные, Литейные, Кузнечные и Модельные Мастерские, в которой работники могли отрегулировать и реконструировать любую деталь, необходимую для добычи полезных ископаемых.
Здание было построено на месте старой установки первой электростанции, построенной в 1901 году. На первом этаже находилась электрическая лаборатория, которая была оборудована для ремонта огромного количества электрических машин, имеющихся в шахте. На втором этаже, начиная с 1938 года, начали сохраняться и до сих пор частично сохранились до наших дней деревянные модели, необходимые для воспроизведения в литейном цехе запасных частей машин и других металлических предметов, используемых в шахтах.
Мастерская по ковке и заострению  стержней, модернизированная и расширенная в 1912 году, представляла собой лабораторию, имеющую фундаментальное значение для произведения и обслуживания металлических инструментов, необходимых для добычи полезных ископаемых. Таким образом, в современном горном производстве кузнецы увековечили древнее искусство, которым  столетиями занимались на этой территорию.
На литейном заводе, построенном в 1885 году и модернизированном в 1912 году, были размещены установки для плавки всех чугунных и свинцовых отливок механических элементов, необходимых для постоянного обслуживания шахтных установок и для строительства нового оборудования. Здесь представлены печи, формы и другие инструменты для литья.
Механическая мастерская была основана в 1938 году как здание для технического обслуживания механических средств. Здание было расширено в 1948 году, достигнув его нынешних размеров. Оно было оснащено самым современным техническим оборудованием для малых и крупных столярных работ, мостовым краном для ремонта и сборки рабочих механизмов, а также для обычного технического обслуживания транспортных средств.

Il percorso “Piccalinna”, nell'area intorno al pozzo San Giovanni, si snoda nella struttura di superficie dello stesso e all'interno delle sale argano e compressori. La macchina di estrazione che vi è conservata, con i suoi 120 cavalli vapore che permettevano l’estrazione di 20 metri cubi di materiale all'ora, rappresenta un esempio unico al mondo per l'archeologia mineraria. Per le sue condizioni di conservazione sarebbe infatti in grado di funzionare nonostante la sua costruzione risalga a quasi un secolo fa. Durata 45 min. circa
STORIA
La miniera di Piccalinna, scoperta nel 1874, si estende per circa 370 ettari. Venne data in concessione alla società italo-francese Nouvelle Arborese. Nel 1897, quando ormai si riteneva esaurito il filone minerario, fu ceduta alla Società Montevecchio già concessionaria delle altre aree della zona (Sant'Antonio a Levante, Sanna, Telle e Casargiu a Ponente). Una attenta politica di riassetto generale del cantiere, consentì invece la ripresa a pieno regime delle attività estrattive.
Nel piazzale di Piccalinna una serie di edifici, tutti con muratura in pietra faccia a vista, decori in laterizi e una certa ricercatezza architettonica, costituiscono quello che in passato era il nucleo operativo di questo cantiere minerario: il pozzo San Giovanni e la lampisteria, la sala argano, la sala compressori e la cabina elettrica, la laveria Piccalinna, gli uffici e la forgia.
Altri edifici, ormai in parte distrutti dall'incuria e dal tempo, si scorgono, immersi nella vegetazione. Si tratta delle abitazioni per operai scapoli: un complesso di sette edifici, realizzati intorno agli anni Quaranta del Novecento.
Alle spalle del pozzo, si intravedono altri due edifici abitativi, i primi ad essere realizzati, verso la fine dell'Ottocento, nel cantiere di Piccalinna contemporaneamente all'intestazione del pozzo San Giovanni.
Dalla parte opposta, arroccato sulla collina, con vista sul cantiere, si nota un grazioso edificio intonacato realizzato agli inizi del Novecento. Ingentilito da marcapiani, lesene e cornici di porte e finestre in pietra a vista, fungeva in passato da alloggio per i caposquadra.
La miniera di Piccalinna terminò la sua attività nel 1981 quando un guasto alle pompe per l'eduzione delle acque dal sottosuolo, troppo costoso da riparare, segnò la fine dell'attività estrattiva.
POZZO SAN GIOVANNI
Il Pozzo San Giovanni venne scavato, con una profondità di 100m, intorno agli anni Settanta dell'Ottocento e venne poi approfondito sino alla quota di 400m. Dopo la cessione alla Società Montevecchio, il castelletto in legno realizzato dalla prima società concessionaria, la Nouvelle Arbourese, venne rivestito in muratura assumendo le fattezze che conserva tuttora. L'edificio, realizzato in basalto a vista con conci irregolari e cornici in laterizi attorno alle aperture e nei marcapiani, per forme e proporzioni ricorda il torrione di un castello medievale posto a dominio dell'intero cantiere.
Lungo la sezione del pozzo, due gabbie munite di sistema di frenatura del tipo a “paracadute”, che assicurava un ridottissimo margine di rischio, consentivano il trasporto dal sottosuolo alla superficie sia del personale sia del minerale.
Adiacenti al pozzo, verso la fine dell'Ottocento, furono costruiti altri due edifici: il locale forge in cui un fabbro eseguiva la manutenzione dei fioretti danneggiati, utilizzati nei martelli perforatori; la lampisteria, edificio in cui i minatori, prima di scendere in sotterraneo, depositavano i propri effetti personali, si attrezzavano di lampada a carburo e prendevano la piccola medaglia di riconoscimento che portavano con loro in galleria.
SALA ARGANO E COMPRESSORI
La sala argano e la sala compressori, sono stati realizzati in pietra basaltica a vista e vari elementi in laterizio, verso la fine dell'800.
All'interno della sala argano si trova ancora l'imponente macchina d'estrazione, inizialmente a vapore ed elettrificata intorno agli anni Trenta. Ubicata in asse rispetto al pozzo, serviva alla movimentazione delle gabbie. Nello specifico, l’argano è del tipo a bobine con funi piatte che si arrotolano su loro stesse in spire successive.
Alla sala compressori si può accedere direttamente dalla sala argano. Ospitava le macchine per la produzione dell'aria compressa introdotta in miniera per l'eduzione delle acque dal sottosuolo e, in seguito, sfruttata anche per alimentare la laveria, per azionare le perforatrici e le altre macchine utilizzate nel sottosuolo o in superficie.
LAVERIA
La laveria, in pietra basaltica a vista, venne realizzata nel 1876 appoggiata alla collina. Subito entrata in esercizio, fu ampliata e rimodernata intorno al 1907 e, in seguito al potenziamento della moderna e vicina laveria Principe Tomaso, nel 1935 venne trasformata in alloggi per operai scapoli e deposito casermaggio. In tempi più recenti, ospitò la scuola frequentata dai figli degli operai che risiedevano nei vicini alloggi del cantiere.

Risen in the vein of the same name, the Piccalinna Mine was discovered in 1874.
The itinerary of the visit is housed in the surface part of the shaft and inside the winch and compressor rooms, where the hoisting machine, with its 120 HP, could extract 20 cubic metres per hour. Since 1902, electric energy was used in the mine, thus permitting to electrify the winchesa
HISTORY
The mine of Piccalinna, discovered in 1874, stretches across more or less 370 hectares. The mining claim was first held by the Italian-French company Nouvelle Arborese. In 1897, when its vein was considered exhausted, it was sold to the Montevecchio Company, which already held other three mining claims in the area (the Eastern one, Sant'Antonio and the Western ones, Telle and Casargiu). A policy of general reorganization of the workings allowed to start again mining activity.
The buildings in the main square of Piccalina were the operation centre of this mining site: the shaft of San Giovanni and the lamp room, the winch room, the compressors room and the transformer cabin, the Piccalina processing plant, the offices, and the forge. All of them were built with stone, decorated with brickwork, and have a refined architectural style.
Some other buildings, now partly decayed, can be noticed amid vegetation. They are the lodgings for the unmarried workers: a complex of seven buildings, built around the 1940s.
Behind the shaft, there are two other houses, the first ones that were built in the area, around the end of the 19th century, when the shaft of San Giovanni was given its name.
On the opposite side, clinging to the hill and overlooking the workings, you can see a pretty plastered building dating back to the beginning of the 20th century. Refined with string courses, pilaster strips, doors and windows mouldings, it was used as lodgings for foremen.
The mine of Piccalinna ended its activity in 1981, when a failure of the pumps to draw out water from the subsoil, which was too expensive to be repaired, caused the end of mining activity.
THE SHAFT OF S.GIOVANNI
The shaft of San Giovanni was dug around the 1870s, reaching a depth of 100 metres, and later deepened to 400 metres. After being sold to the Montevecchio Company, the wooden head-frame made by the former company, the Nouvelle Arborese, was covered with masonry, a feature still visible today. The building is made of basalt with random ashlars pattern and brickwork mouldings framing doors, windows and string courses. Its shape and size remind the tower of a Medieval castle and dominate the entire workings.
Along the section of the shaft, two metal cages having a “parachute” braking system, which guaranteed very low risk, allowed the transport of both men and minerals from the tunnels up to the surface.
Around the end of the 19th century, two more buildings were built next to the shaft: the forge room, where a blacksmith repaired the damaged drilling bits; the lamp room, where miners, before going down to the tunnels, used to leave their personal belongings and take their carbide lamps and identification tags.
WINCH ROOM AND COMPRESSORS ROOM
The winch room and the compressors room were built around the end of the 19th century with basalt stone and bricks.
Inside the winch room there is still the imposing hoisting machine; at first it was a steam one and, during the 1930s, it was electrified. Positioned along an axis in line with the shaft, it was used to move the cages up and down. More precisely, the winch operated with coils, using flat ropes that rolled up in following coils.
From the winch room you can enter the compressors room. It housed some machines that produced compressed air, which was introduced in the mine to draw out water from the subsoil and was later used to fuel the processing plants, to drive rock drills and other machines used either in the subsoil or up at the surface.
PROCESSING PLANT
The processing plant, made of basalt stone, was built in 1876, beside the near hill. It went into operation immediately, it was enlarged and reorganized around 1907 and, after the near Principe Tomaso plant was expanded, in 1935 it was turned into lodgings for unmarried workers and storing barracks furniture and fittings. In more recently, it housed the school for the sons of the workers who lived in the near lodgings.
L' itinéraire " Piccalinna " comprend la zone autour du puits San Giovanni et les salles de treuil et compresseurs . La machine d'extraction qui a été préservé , avec son moteur de 120 chevaux-vapeur et qui a permis l'extraction de 20 mètres cubes de matière par heure , représente un exemple unique dans le monde de l'archéologie minière. Pour les conditions de stockage serait en fait capable de fonctionner en dépit du fait que sa construction remonte il y a un siècle. Durée 45 min . sur
HISHISTOIRE
La mine de Piccalinna, découverte en 1874, couvre environ 370 hectares. Piccalinna a été donné en concession à la Nouvelle Arborese italo-française. En 1897, quand l'exploitation de la veine était considéré épuisé , elle a été cédée à la Société Montevecchio déjà concessionnaire des autres secteurs de la zone ( Sant'Antonio à Levant, Sanna, Telle Casargiu à l'ouest). Une politique prudente de révision complète du chantier a permis la reprise des activités minières. Sur la place Piccalinna bâtiments , tous en pierre et briques, décorations raffinâtes, étaient le noyau opérationnel de ce site minier: le puits San Giovanni et la lampisterie , la salle du treuil, salle des compresseurs et la salle électrique, le lavoir Piccalinna, des bureaux et forge. On peut voir autres bâtiments, aujourd'hui partiellement détruit entouré de végétation. Ce sont les maisons pour les travailleurs célibataires: un complexe de sept bâtiments, construits en 1940 . Derrière le puits, on peut voir deux autres bâtiments résidentiels, la première à être construit dasn le chantier Piccalinna vers la fin du XIXe siècle, quand le puits a été appelé San Giovanni. Sur le côté opposé, sur la colline surplombant le chantier, il y a un joli bâtiment blanchi à la chaux construit au début du XXe siècle. Embellie par des bandeaux, des pilastres et des corniches des portes et fenêtres en pierre, il était autrefois un logement pour les contremaîtres. La mine Piccalinna mis fin à son activité en 1981, quand une défaillance à la pompe pour pomper l'eau du sous-sol, trop cher à réparer, a marqué la fin de l'exploitation minière .
PUITS SAN GIOVANNI
Le puits San Giovanni a été creusé, avec une profondeur de 100 m, autour des années soixante-dix du dix-neuvième siècle et ensuite il a été approfondi jusqu'à une profondeur de 400m . Après la vente à la Société Montevecchio, la tour en bois construit par le premier concessionnaire, la Nouvelle Arbourese , était recouvert de maçonnerie. Construit en basalte avec claveaux de briques apparentes et des cadres irréguliers autour des ouvertures, le bâtiment semble la tour d'un château médiéval qui domine la mine.
Dans le puits, deux cages équipées d'un système de freinage du type de " parachute " , qui a assuré une marge de risque très faible , a permis le transport du sous-sol à la surface aux mineurs et au minérai. Adjacent au puits , à la fin du XIXe siècle, on a construit deux autres bâtiments: le lieu où un forgeron effectuait la maintenance des fleurets endommagés , utilisés dans les marteaux perforateurs, et la lampisterie, où les mineurs, avant d'aller sous terre , déposaient leurs objectes, prenaient une lampe à carbure et la petite médaille de reconnaissance.
TREUIL ET COMPRESSEUR
La salle du treuil et une salle de compresseur ont été faites en pierre de basalte et de divers éléments de brique vers la fin du 1800. Dans la salle du treuil il y a toujours la machine de extraction, initialement à vapeur et électrifiée autour de 1930. Situé dans l'axe par rapport au puits, elle a été utilisée pour la manipulation des cages. Plus précisément, le treuil est à bobines avec des câbles plats qui s'enroulent sur eux-mêmes dans les virages successifs . On peut entrer dans la salle de compresseur directement de la salle du treuil. Elle logeait les machines pour la production de l'air comprimé introduit dans la mine pour l'extraction de l' eau souterraine et, ensuite, utilisés pour alimenter le lavoir, pour le perforatrices et pour autres machines utilisées dans la mine.
BUANDERIE
Le lavoir, pierre de basalte à vue, a été construit en 1876 sur la colline. Aussitôt opérationnel, il a été agrandi et rénové autour de 1907 et , en raison de l'expansion du moderne et voisin lavoir Tomaso Principe en 1935 a été transformé en logements pour les travailleurs célibataires et en dépôt. Plus récemment, il a été l'école fréquentée par les enfants des travailleurs qui vivaient dans les voisins legements.
Die Tour "Piccalinna", im Gegend herum den Schacht San Giovanni, entwickelt sich in der Oberflächenstruktur des gleichen und in den Inneren der Winde- und Kompressorenräume. Die Gewinnungsmaschine , die können Sie hier beobachten, mit seiner 120-PS-Motor, konnte 20 Kubikmeter Material pro Stunde gewinnen: es ist ein einzigartiges Beispiel in der Bergbauarchäologie der ganzen Welt! Für seine Lagerbedingungen wäre es sie in der Lage zu funktionieren, trotz ihres Baus stammt aus fast einem Jahrhundert vor. Besichtigungsdauer 45 Minuten ca.
GESCHICHTE
Die Mine Piccalinna, im Jahre 1874 entdeckt, erstreckt sich über 370 Hektar. Erst wurde es in Konzession an die Italienisch-Französisch Gesellschaft Nouvelle Arborese gegeben. Im 1897 wurde es der Gesellschaft Montevecchio, Vertragshandler der anderen Bereiche der Umgebung (Hl. Antonio in Osten, Sanna, Telle und Casargiu im Westen) abgetreten. Eine sorgfältige Politik der umfassenden Überarbeitung der Mine ermöglichtet die Wiederaufnahme der Bergbau an der vollen Kapazität.
In der Esplanade von Piccalinna können wir verschiedene Gebäude mit dekorative Ziegelsteine und architektonische Raffinesse sehen: diese waren die operative Kern dieser Abbaustätte: der Schacht San Giovanni und der Lampenraum , die Winde- und  Kompressorräume und Elektro-Schaltanlage, die Erzwaschanlage Piccalinna, Büros und die Schmiede.
Andere Gebäude, jetzt teilweise durch Zeit und Vernachlässigung zerstört, sind sichtbar aber umgeben von Vegetation.  Diese sind die Wohnungen für unverheiratete Arbeiter: ein Komplex aus sieben Gebäuden, um den vierziger Jahren des 20. Jh. gebaut.
Hinter dem Schacht kann man zwei weitere Wohngebäude sehen, der Erste, Ende des 19.Jh. gleichzeitig des Bau des Schacht San Giovanni gebaut wurden.
Auf der gegenüberliegenden Seite, auf dem Hügel mit Blick auf der Baustelle, gibt es ein hübsches Gebäude, in den frühen 20.Jh. verputzt. Es wurde durch Lisenen und Steingesimse für  Türen und Fenstern dekoriert. Früher war es die Wohnung  der Vorarbeiter.
Die Mine Piccalinna beendet seine Tätigkeit im Jahr 1981, wenn ein Fehler an den Pumpen zur Entwässerung Wasser aus dem Untergrund, zu teuer um zu reparieren, markierte das Ende des Gewinnungsbergbaus.
SAN GIOVANNI SCHACHT
Der Schacht von San Giovanni wurde in den siebziger Jahren des 19. Jh. abgeteuft (Tiefe 100 Metern) und wurde später bis die Tiefe von 400 Metern niedergeteuft. Nach der Abtretung zu die Gesellschaft Montevecchio, die hölzerne Gerüst der ersten Bergwerksgesellschaft, Nouvelle Arbourese, wurde mit Mauerwerk abgedeckt. Das Gebäude, aus Basalt mit unregelmäßigen Blöcken und Ziegel, erinnert mit seiner Gestalt an den Turm einer mittelalterlichen Burg.
Entlang der Querschnitt des Schachts, zwei Käfige mit dem Bremssystem Abfangvorrichtung, die eine sehr geringe Risikomarge gewährleistet, erlaubten den Transport aus dem Untergrund an die Oberfläche der und der Mineralen.
Ende des 19.Jh. wurden zwei andere Gebäude anliegend dem Schacht gebaut: die Schmiede, wo der Schmied die beschädigten Gesteinsbohrer reparierte; der Lampenraum , wo die Bergleute, vor dem Abstieg in den Untergrund, ihre Sachen lassen und die Karbidlampe und die Erkennungsmarke brachten.
WINDE- UND KOMPRESSORENRAUM
Ende des 1800 wurden die Winde- und Kompressorenraum aus Basaltstein und viele Ziegelelementen gebaut.
Im Inneren des Windenraum ist die massiven Gewinnungsmaschine, erst Dampf und um den dreißiger Jahren elektrifiziert.
Man kann direkt von der Windenraum der Kompressorenraum erreichen. Hier gab die Kompressoren die das Luft in den Untergrund brachten, notwendig für die Entwässrung des Wassers und später auch für die Erzwaschanlage und um die verschiedene Bohrmaschinen in Gang zu setzen.
 
DIE ERZWASCHANLAGE
Die Erzwaschanlage, aus Basalt, wurde 1876 erbaut. Es wurde 1907 modernisiert und, durch den Ausbau der modernen Erzwaschanlage Prinz Tomaso, wurde es 1935 in Arbeiterwohnungen (für ledige Männer) und Lagerung umgewandelt. In den letzten Jahren der Bergwerk wurde es als Schule der Arbeitern verwendet.
El recorrido “piccalinna”, en la zona alrededor del pozo San Giovanni, se desarrolla en el edificio que pertenece al pozo mismo y al interior de las salas con torno y compresores. La máquina de extracción conservada aquí tiene un motor de 120 caballos de fuerza, que permitió la extracción del 20 metros cúbicos de material por hora. Esa es un ejemplo único en el mundo de arquelogía minera. Por sus condiciones de almacenamiento, en realidad sería capaz de funcionar a pesar de que su construcción data a hace casi un siglo. Duración del recorrido: acerca de 45 minutos.
HISTORIA
La mina de Piccalinna, descubierta en 1874, cubre alrededor de 370 hectáreas. Se le ha dado en concesión a la empresa italiana-francesca Nouvelle Arborese. En 1897, cuando se pensaba que el filón de mineral ya estaba agotado, fue cedida a la Società Montevecchio, la cual ya tenía la concesión de otras áreas de la zona (San Antonio en la zona este, Sanna Telle y Casargiu en la zona oeste). Una cuidadosa reorganización general de la politica de la mina, permitío la reanudación de las actividades de extracción.
En la grande plaza central de Piccalinna, varios edificios, todos con un cierto refinamiento arquitectónico, constituyen lo que en el pasado fue el núcleo operativo de este sitio de extracción: el pozo San Giovanni y la sala de las lámparas, la sala del torno, la de los compresores y el cuarto eléctrico, la lavandería Piccalinna, las oficinas y las forjas. Otros edificios, ahora parcialmente destruidos por el abandono y el paso del tiempo, se encuentran rodeados de vegetación. Estos eran las vivienda para los trabajadores solteros: un complejo de siete edificios, construidos alrededor de los años cuarenta del siglo XX.
Detrás del pozo, se pueden ver otros dos edificios de viviendas, los primeros que fueron construidos a finales del siglo XIX, en Piccalinna, al mismo tiempo que se empezó a construir el pozo San Giovanni.
En el lado opuesto, sobre la colina, hacia la zona de extracción, hay la vivienda del capataz, un precioso edificio elucido, construido a principios del siglo XX.
La mina de Piccalinna terminó su actividad en 1981, cuando un fallo a las bombas para el desagüe del agua del subsuelo, demasiado caro para reparar, marcó el final de la actividad de extracción.
POZO SAN GIOVANNI
El Pozo San Giovanni fue excavado, hasta una profundidad de 100 metros, en los años setenta del siglo XIX y luego se profundizó hasta los 400 metros. Después de la venta a la Società Montevecchio, el castillo de madera construido por el primer concesionario, la Nouvelle Arbourese, fue revestido de mampostería hasta asumir la forma que aún conserva. El edificio, con elementos arquitectónicos decorativos en basalto, por sus forma y proporciones nos recuerda a la torre de un castillo medieval que controla a toda la mina de Piccalinna.
En la sección del pozo, dos jaulas equipadas con sistema de frenados “a paracaídas”, que garantizaba un margen de riesgo muy bajo, permitió el trasporte desde el subsuelo a la superficie tanto del personal como del mineral.
Al lado del pozo, a finales del siglo XIX, se construyeron dos edificios más: la sala de las forjas donde el herrero llevaba a cabo el mantenimiento de las láminas dañadas; la sala de las lámparas, edificio donde los mineros, ante de bajar en el subsuelo, depositaban sus pertenencias, cogían una lámpara de carburo y la pequeña medalla de reconocimiento que llevaban con ellos en la galería.
SALA TORNO Y COMPRESORES
La sala del torno y la sala de los compresores se contruyeron en basalto y ladrillos a finales del siglo XIX.
Al interior de la sala del torno todavía hay la impresionante máquina de explotación minera, inicialmente a vapor y luego electrificada alrededor de los años treinta. Situada en el eje en relación con el pozo, servía al desplazamiento hacia arriba y abajo de las jaulas. A la sala de los compresores se puede acceder directamente desde la sala del torno. Aquí había la máquina para la producción de aire comprimido introducido en la mina para la extracción de agua del subsuelo y, posteriormente, utilizado también para alimentar al lavadero, para accionar los equipos de perforación y otras máquinas utilizadas en el subsuelo o en la superficie.
EL LAVADERO
El lavadero, en piedra de basalto, fue construido en 1876 sobre la colina, y luego fue ampliado y modernizado en 1907 y, tras el fortalecimiento del moderno y cercano lavadero Principe Tomaso, en 1935 se transformó en vivienda para los trabajadores solteros y en almacén. Más recientemente, se transformó en escuela para los hijos de los trabajadores que vivían el las vivienda alrededor de la zona.
Маршрут «Пиккалинна» проходит на поверхности скважины Сан-Джованни, а также внутри помещений с лебедками и компрессорами. Сохранившаяся там добывающая машина мощностью 120 лошадиных сил позволяла извлекать 20 кубометров материала в час и представляет собой уникальный в мире пример для горной археологии. Благодаря условиям ее хранения, она могла бы еще функционировать, несмотря на то, что была построена почти столетие назад. Продолжительность посещения 45 мин.
ИСТОРИЯ
Рудник Пиккалинна, открытый в 1874 году, занимает около 370 гектаров. Он был передан в концессию итальянско-французской компании Nouvelle Arborese. В 1897 году, когда скважину признали исчерпанной, она была передана компании Монтевеккьо, которая уже была концессионером других минеральных объектов в этом же районе (Сант-Антонио в Леванте, Санна, Телле и Казарджу в Поненте). Тщательная политика общей реорганизации промышленной площадки  позволила восстановить на полную мощность добычу полезных ископаемых.
На площади Пиккалинна ряд зданий с каменной облицовкой, кирпичным фасадом и определенной архитектурной утонченностью составляют то, что в прошлом было оперативным центром этого шахтерского городка: скважина Сан-Джованни, помещения с лампами, лебедками, компрессорами, электрическая кабина лифта, лаверия Пиккалинна, мастерские и кузница.
Другие здания, теперь частично разрушенные временем из-за отсутствия технического обслуживания, заросли сорняками. Это дома для бессемейных рабочих: комплекс из семи зданий, построенных в 1940-х годах.
Позади скважины можно увидеть два других жилых здания, которые были построены одними из первых в конце девятнадцатого века на строительной  площадке Пикалинна одновременно со скважиной Сан Джованни.
На холме с противоположной стороны находится прекрасное здание с видом на строительную площадку,  построенное в начале двадцатого века. Оно украшено струнными пролетами, пилястрами и дверными и оконными рамами с  облицовкой, а в прошлом служило жильем для бригадиров.
Рудник Пикалинна прекратил свою деятельность в 1981 году, когда сломался насос для выкачки воды  воды из недр,  что  привело к концу горной деятельности, потому что  его ремонт стоил слишком дорого.
СКВАЖИНА САН ДЖОВАННИ  
Скважина Сан Джованни была выкопана на глубине 100 метров в 70-х годах 19 века, а затем углублена до 400 метров. После передачи рудника компании Монтевеккьо, деревянная постройка, сделанная первой концессионерской компанией, Nouvelle Arbourese, была покрыта каменной кладкой, сохранившейся до сих пор. Здание облицовано блоками из базальтового камня с кирпичными рамами вокруг проемов и карнизов и по своим формам и пропорциям напоминает башню средневекового замка, возвышающуюся над шахтерским городком.
Вдоль участка скважины установлены два лифта, оснащенные тормозной системой типа «парашют», которая минимизирует риск, позволяя транспортировать из недр на поверхность как персонал, так и руду.
Рядом сo скважиной  к концу девятнадцатого века были построены два других здания: кузница, в которой кузнец занимался обслуживанием поврежденных наконечников, используемых в перфораторах; ламповая комната, где перед тем, как спуститься в недры шахты, шахтеры оставляли свои личные вещи, брали карбидную лампу и небольшой опознавательный жетон, с которыми они шли работать в галерею.
ПОМЕЩЕНИЕ ДЛЯ ЛЕБЁДОК И КОМПРЕССОРОВ  
Помещение для лебедок и компрессоров  было построено из  базальтового камня и различных кирпичных элементов в конце 1800-х годов.
Внутри помещения для лебедок до сих пор присутствует  внушительная лебедочная машина, изначально паровая, а затем электрифицированная в тридцатые годы. Расположенная на одной линии ссо скважиной, она использовалась для перемещения лифтовых клеток. В частности, машина представляет собой механизм катушечного типа с плоскими канатами, которые наматывались  на последовательные витки.
К помещению для компрессоров  можно было перейти непосредственно из помещения для лебедок. Здесь размещались машины для производства сжатого воздуха, вводимого в шахту для откачки  воды из недр, а позже их стали использовать для обслуживания лаверии, для управления бурильными машинами и другими машинами, применяемыми под землей или на поверхности.
ЛАВЕРИЯ
Лаверия с базальтовым фасадом, построенная в 1876 году, опирается на холм. Ее немедленно ввели в эксплуатацию, затем в 1907 году ее расширили и модернизировали, а после реконструкции современной близлежащей лавериии PrincipeTomaso в 1935 году ее переделали под жилье для бессемейных рабочих и хранилище для инструментов. До недавних времен школу часто посещали дети рабочих, которые проживали в находящихся поблизости домах.

MINIERA MONTEVECCHIO - Sito Turistico-Culturale a gestione diretta Lugori s.c.ar.l.
Piazza Rolandi - Guspini (VS) Italia
info@minieradimontevecchio.it
COPYRIGHT 2022 LUGORI
(+39)3384592082 - (+39)3891643692
MINIERA MONTEVECCHIO
info@minieradimontevecchio.it
(+39)3384592082 - (+39)3891643692
(+39)3384592082 - (+39)3891643692
(+39)3384592082 - (+39)3891643692
MINIERA MONTEVECCHIO
Torna ai contenuti